ERNIA INGUINALE

Ernia Inguinale: Sintomi, intervento, tecnologie laparoscopiche  mininvasive e robotiche, convalescenza

Ernia Inguinale

L’ernia inguinale è costituita dalla fuoriuscita di un viscere o parte di esso attraverso un indebolimento della struttura anatomica che lo contiene.

Nel caso dell’ernia inguinale, il difetto fisico è da ricercarsi nello sfiancamento e nell’indebolimento a livello dell’anello inguinale interno (ernia obliqua esterna) o a livello della parete posteriore del canale inguinale denominata fascia trasversalis (ernia diretta).

Il processo di aggravamento è purtroppo una costante, può essere più o meno veloce ed è richiesta sempre un’operazione chirurgica per ottenere la guarigione.

Paure comuni e credenze popolari sbagliate

Molte persone che soffrono di ernia inguinale, ernia crurale e diastasi sono restìe ad affrontare  il problema.

Se l’ernia inguinale non viene trattata precocemente con l’intervento chirurgico, vi è il rischio concreto che l’evoluzione della patologia porti addirittura allo strozzamento erniario, che consiste nella gangrena della parte di intestino fuoriuscita attraverso l’orifizio erniario .

Tale grave complicanza deve essere trattata d’urgenza con un intervento chirurgico molto più invasivo e rischioso di quello previsto per l’ernia inguinale semplice.

Numerosi pazienti sono male informati su quale sia il momento giusto di operare l’ernia. Spesso, per paura di affrontare l’intervento o del dolore (immediato o post operatorio), il paziente attende troppo e perde tempo prezioso sperando nell’efficacia di vari rimedi popolari e diffusi (cinto erniario o disparati esercizi ginnici reperibili su siti poco autorevoli) che possono addirittura aggravare la patologia o infiammare i tessuti, compromettendo un futuro intervento chirurgico.

Altre persone invece tendono a ritardare l’intervento perché sottostimano I sintomi dell’ernia inguinale.

La gravità di un’ernia inguinale, infatti, non è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi. Esistono delle grandi ernie poco sintomatiche o delle piccole ernie addirittura occulte e non visibili che possono dar luogo a strozzamento erniario e complicanze molto gravi se non curate.

Ma quali sono i sintomi di un’ernia inguinale?

Spesso in occasione di uno sforzo si avverte un bruciore all’inguine seguito da un senso di gonfiore nei giorni successivi.

Il fenomeno può regredire e non presentarsi più anche per vari mesi, ma in realtà il difetto anatomico permane.

Con l’evolvere della patologia il sacco erniario si espande sempre di più. Questo fenomeno viene percepito dal paziente come una tumefazione, gonfiore o asimmetria di un inguine rispetto all’altro.

In questa fase spesso non si avverte molto dolore ma, più che altro, senso di gonfiore; per tale motivo,  spesso chi ne è affetto sviluppa la convinzione (sbagliata) che sia possibile convivere con questa patologia.

Altri sintomi particolarmente insidiosi che generalmente non vengono collegati direttamente all’ernia inguinale, ma ne sono invece la conseguenza, possono essere difficoltà ad andare di corpo, nausea, vomito o dolore addominale. Questi sintomi sono segnale che l’intestino si può essere impegnato nel sacco erniario ed il transito è ostacolato.

Differenze tra intervento open  e tecniche mini-invasive senza incisione

Con le moderne tecniche mini-invasive robotiche o laparoscopiche la convalescenza è molto limitata e circoscritta nell’ambito di alcuni giorni.

L’intervento di ernia inguinale comporta invece una convalescenza molto più lunga quando viene eseguito con tecniche chirurgiche tradizionali a cielo aperto.

Le tecniche operatorie per curare l’ernia inguinale oggi più evolute sono costituite dalla TAPP e Robotic TAPP.

Queste due tecniche consistono nell’inserimento di una retina molto più morbida per riparare i tessuti e nel suo posizionamento attraverso millimetrici accessi sotto guida di una fibra ottica, oppure di un particolare ed evoluto Robot.

Il risultato finale è la riparazione dell’inguine senza il classico taglio. Sarà possibile fare la doccia da subito, mentre dai giorni successivi il paziente potrà lavorare e svolgere attività fisica.

Ulteriore applicazione e vantaggio degli interventi laparoscopici e robotici TAPP e R-TAPP sull’inguine riguarda il trattamento delle recidive di ernia inguinale in esiti di precedenti interventi per via classica chirurgica.

In un paziente che presenti una recidiva erniaria, cioè il ritorno dell’ernia inguinale dopo essere stato operato recentemente o anche a distanza di anni per via tradizionale, si presenta il problema di dover reintervenire su tessuti già modificati e alterati dal precedente taglio chirurgico. In questo caso ancora la chirurgia mini-invasiva consente di operare il paziente lavorando su tessuti ancora intatti in un diverso piano anatomico, riducendo di nuovo rischi di lesioni operatorie,  diminuendo convalescenza e dolore post operatorio.

Ernia recidiva e tecniche mini-invasive

Molti ammalati di ernia prima di programmare l’intervento sono convinti che  le operazioni mini-invasive, essendo meno traumatiche, siano più soggette a recidive o che la tenuta della retina sia inferiore. Tale timore è totalmente errato. Anzi, va detto che è esattamente il contrario. Infatti la retina posizionata internamente con la chirurgia mini-invasiva TAPP e R-TAPP è tenuta in posizione dalla pressione addominale stessa nei primi giorni post operatori fino alla completa integrazione e inglobamento nei tessuti che la ospitano.

Più l’addome genera pressione e più la retina è mantenuta in posizione. Il meccanismo è simile al tappo della vasca da bagno: più acqua c’è e più il tappo è tenuto in sede e premuto.

Invece, per tenere in sede le retine posizionate per via chirurgica classica, anteriormente sono necessari molti mezzi di fissaggio e punti di sutura.

Dopo l’intervento di ernia inguinale si puo guidare?

Una questione che interessa spesso durante la convalescenza successiva all’intervento per ernia, riguarda quando sia possibile riprendere a guidare. Con le tecniche mini-invasive la guida in genere è permessa fin dalla dimissione, in quanto il paziente è perfettamente in grado di svolgere le comuni attività fisiche e non vi sono incisioni chirurgiche rilevanti che vadano in conflitto con la cintura di sicurezza.

Durata intervento di ernia inguinale con tecniche mini-invasive

Un grande vantaggio di questi due tipi di intervento TAPP  e  R-TAPP  nella cura dell’ernia inguinale è quello di ridurre anche il rischio di dolore cronico post-operatorio, poiché la retina posizionata non entra in conflitto con i tre nervi sensoriali e dolorifici dell’inguine.

E’ possibile inoltre associare a questi interventi la riparazione di un’eventuale concomitante ernia ombelicale o diastasi addominale.

Questi interventi mini-invasivi durano circa un’ora ad inguine (in media un 10% di tempo in più del classico intervento con il taglio ma a beneficio di una maggiore accuratezza e meticolosità) e richiedono una sala operatoria con strumentazione particolare che è presente solo in alcune strutture italiane all’avanguardia.

È inoltre importantissimo che il chirurgo, per dedicarsi a questo tipo di operazioni, sia iper specialista di laparoscopica e di robotica, abbia tutte le qualifiche necessarie e sia formato dai corsi di aggiornamento più recenti.

Il paziente non dovrebbe preoccuparsi tanto della durata dell’intervento per l’ernia, quanto invece di ricevere la tecnica migliore possibile eseguita dal chirurgo più qualificato.

Ernia inguinale e Anestesia

Un’altra preoccupazione del paziente riguarda spesso l’anestesia locale o totale. Certi pazienti sono convinti che la locale sia più sicura, ma questa idea è totalmente errata. Infatti è dimostrato che la paura e l’emozione della sala operatoria a paziente sveglio sia foriera di complicanze generali e cardiache.

La soluzione migliore è l’anestesia generale che rispetto ai decenni passati si è evoluta nei farmaci e nelle modalità, tanto da non causare più disturbi (ad esempio nausea) già dai primi istanti seguenti al risveglio.

Post operatorio intervento ernia inguinale e rapporti sessuali

Ulteriore domanda ricorrente riguarda la sfera sessuale e la funzionalità maschile prima e dopo l’intervento per un’ernia.

Il quesito è più che giustificato e pertinente, dal momento che nel canale inguinale sono situate le arterie e le vene che irrorano il testicolo, il dotto deferente che trasporta gli spermatozoi, e i tre nervi sensoriali e dolorifici dell’inguine.

Una lesione intra-operatoria di queste strutture del funicolo spermatico potrebbe compromettere il testicolo, così come una retina particolarmente rigida o mal posizionata. D’altronde l’ernia stessa può danneggiare queste strutture comprimendole, giorno dopo giorno, causando infertilità e atrofia testicolare.

I vari rimedi popolari per l’ernia inguinale -come il cinto erniario- si rivelano controproducenti, infiammando e rendendo sclerotico e fibroso il funicolo spermatico e aggravando la situazione.

Con gli interventi mini-invasivi il pericolo di lesioni durante l’intervento ed è ridotto al minimo e di gran lunga inferiore alla chirurgia open, poiché la visione del chirurgo è amplificata dalle telecamere e dai monitor che permettono di vedere ciò che a occhio nudo risulta non percepibile.

Il piano di lavoro del chirurgo non è “dentro” il canale inguinale ma “dietro” e in questo modo non c’è pericolo durante l’operazione di rovinare strutture delicate come il funicolo spermatico o i nervi.

Infine, la retina risulta più morbida e tollerata di quella posizionata con il taglio, non entra in conflitto con strutture nobili,  non sono necessarie clips metalliche o punti di sutura che la tengano ancorata. Vengono così eliminati corpi estranei impiantati e dolore post operatorio.

Tutti possono essere sottoposti ad intervento laparoscopico o robotico?

Le controindicazioni assolute a questo tipo di chirurgia sono limitatissime e ben precise. Al di fuori di questi rari casi tutti i pazienti sono candidabili ad un intervento mini-invasivo.

La difficoltà maggiore è invece reperire un ospedale italiano dove questa chirurgia venga eseguita routinariamente da personale all’altezza e con strumenti adeguati.

Quali sono i centri dove è disponibile questo tipo di cura per l’ernia?

Negli ospedali nordeuropei e degli Stati Uniti l’intervento TAPP e R-TAPP per ernia inguinale è la regola ovunque ed è la prima scelta.

Attualmente in Italia, in seguito a disposizioni di sanità pubblica riguardanti il ricovero degenza e rimborsi ospedalieri DRG, l’intervento laparoscopico o robotico risulta praticamente non eseguibile in convenzione con il SSN per motivi economici.

Il Dottor Antonio Darecchio dirige la Abdominal Wall Robotic Unit a Milano che operando nel settore totalmente privato può sostenere le spese di questo tipo di chirurgia. Egli è stato il primo chirurgo in Italia ad applicare sistematicamente la robotica nella cura dell’ernia inguinale e attualmente detiene la più vasta esperienza con il maggior numero di pazienti operati.

Dal primo contatto fin dopo l’intervento, il paziente è seguito passo-passo da i nostri patient manager.

L’intervento eseguito dal Dottor Darecchio avviene in strutture di prestigio, dotate delle più moderne tecnologie.

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